CURARSI CON IL VERDEDAL PROGETTO VERBENA LE LINEE GUIDA PER I GIARDINI TERAPEUTICI

Conclusa la sperimentazione del giardino terapeutico per persone con demenza al Centro Casa Madre Teresa di Calcutta di Rubano (PD).

Due anni di ricerche in collaborazione con l’Università dimostrano l’efficacia su pazienti e caregiver. Il prototipo premiato in Italia da Innovation Lab e risultato terzo al mondo all’Urban Innovation and Entrepreneurship 2021di Sidney che valuta le start up più innovative. I risultati della sperimentazione, con la visita al giardino terapeutico e le linee guida per la costruzione dei Giardini Terapeutici per le persone con Demenza, in particolare affette da Alzheimer 

Fin dall’inizio del suo operato l’allora direttore dell’Opera della Provvidenza S. Antonio (O.P.S.A.)  di Rubano – opera impegnata nell’accoglienza e cura amorevole delle persone con grave disabilità intellettiva accompagnata spesso da altre forme di disabilità – Don Roberto Bevilacqua, con la sua sensibilità anche di medico, ha immaginato che attraverso la bellezza e la cura del verde si potevano dare risposte qualitativamente rilevanti al percorso terapeutico delle persone. Nel 2005 viene realizzato un primo giardino nella “Casa Madre Teresa di Calcutta”, struttura pensata appositamente per accogliere e seguire persone affette da demenza o Alzheimer. Tale realizzazione viene affidata alla Cooperativa Sociale Giotto, che oggi a distanza di quasi 18 anni vede il raggiungimento di un grande traguardo. Dopo oltre due anni di studi sviluppati in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia Generale e il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova, emergono le prime evidenze scientifiche.

Nel 2006 “Casa Madre Teresa di Calcutta”, diretta emanazione dell’OPSA, apre le proprie porte e il centro polifunzionale inizia ad accogliere le prime persone malate di Alzheimer e le loro famiglie. Nel frattempo, alcuni studi neurologici realizzati soprattutto nel nord Europa iniziano a raccogliere dati che indicano come la cura attraverso il verde possa avere ricadute significative sul benessere in particolare delle persone con disabilità intellettive. L’incontro tra la Cooperativa Giotto ed Andrea Mati, che a sua volta aveva sperimentato gli effetti positivi della terapia “verde” nelle persone con dipendenze o disabilità, dalle comunità di San Patrignano alla Don Gelmini, ha condotto all’ipotesi di supportare con studi scientifici, in Italia quasi completamente assenti, queste evidenze empiriche.

E’ nato così, grazie anche al supporto dell’attuale direttore dell’OPSA Don Roberto Ravazzolo, il progetto Ver.Be.nA, acronimo di Verde e benessere nell’Alzherimer. La pandemia del Covid-19 ha rallentato il percorso del progetto, che non si è comunque fermato. VERBENA segue il precedente progetto denominato ESPERIDE, nato da una sfida lanciata da Giotto nel 2019 grazie alla Fondazione dell’Università di Padova, UNISMART. Una sfida che partendo dai dati presenti nella letteratura internazionale ha dato origine ad un prototipo di giardino terapeutico basato su quanto realizzato fino a quel momento presso “Casa Madre Teresa di Calcutta”. Il progetto è stato prima premiato in Italia al Contamination Lab del 2020 con il secondo posto e successivamente selezionato per la competizione mondiale Urban Innovation ed Enterpreneuroship 2021 di Sidney dove ha ottenuto la medaglia di bronzo nel mondo.

Durante il convegno “Il ruolo del verde e dei giardini terapeutici nella cura delle persone con demenza” sono stati presentati i risultati di VERBENA, complesso progetto sperimentale della durata di oltre due anni sviluppato dal Dipartimento di Psicologia Generale e dal Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova, Giotto Cooperativa Sociale e O.P.S.A presso il C.S. per persone con demenza Casa “Madre Teresa di Calcutta”. E’ stata fatta una revisione sistematica della letteratura scientifica esistente sull’uso del verde come terapia non farmacologica nelle persone con demenza e, in particolare, sui effetti benefici dei giardini terapeutici all’interno delle strutture di cura. In sintesi dalla revisione è emersa l’esistenza di sostanziali evidenze a favore dell’uso dei giardini terapeutici per le persone con demenza e la possibilità che offrono di modificare in positivo molti aspetti della qualità della vita, senza però un approfondimento delle caratteristiche funzionali. È stata poi realizzata una ricognizione sulla presenza di giardini terapeutici nel nord Italia. Sono state contattate per questo più di 2000 strutture in Italia, riscontrando un numero importante di aree verdi e soprattutto un’esigenza maggiore di riqualificazione delle stesse laddove l’utilizzo, spontaneo o attivo che sia, è più intenso. Inoltre, sono state tracciate le Linee guida sulla scelta delle specie botaniche da utilizzare nei giardini: con piante legate al territorio che possano essere riconosciute dai pazienti perché legate alla loro biografia o al contesto socioculturale che hanno vissuto nella loro storia personale.

La prima sperimentazione si è basata sull’uso spontaneo del giardino da parte degli ospiti: pazienti, familiari, staff, rilevando da subito ricadute positive a livello cognitivo, affettivo e comportamentale, ma anche evidenziando che i giardini rispondono ad esigenze diverse a seconda del grado di compromissione delle persone. La seconda fase sperimentale ha indagato gli effetti dell’uso attivo attraverso un intervento di orticoltura abbinato a tecniche di stimolazione cognitiva secondo un protocollo realizzato ad hoc. I cassoni rialzati per l’attività orticola sono diventati un punto d’interesse vivo per i pazienti selezionati per la sperimentazione, suscitando allo stesso tempo una generale attrattiva sugli altri ospiti della struttura, con ricadute non solo nelle persone con demenza lieve, ma anche su quelle più compromesse. Maneggiare il terreno, innaffiare le piante e utilizzare gli attrezzi dell’orto si sono rivelate attività che hanno fatto emergere effetti significativi sul rilassamento delle persone con demenza severa e con disturbi del comportamento e hanno stimolato la collaborazione in coloro che solitamente sono poco inclini a interazione. Inoltre, si è rinforzata l’autodeterminazione dei partecipanti coinvolti in una attività che valorizza le loro competenze residuali. Le sperimentazioni hanno evidenziato miglioramenti in uno o più ambiti della vita quotidiana, comportamento, minor somministrazione di farmaci, cadute, agitazione e qualità della vita, stress, depressione/umore, funzionamento cognitivo, consapevolezza di sé.

Sono state così tracciate le nuove linee guida in un vademecum che racchiude le indicazioni operative del ruolo del verde e delle attività di orticoltura per persone con diagnosi di demenza in strutture di cura. È la tappa conclusiva del progetto VERBENA che passa così dalla fase sperimentale a quella di progetto pilota nazionale e internazionale in questo ambito. Padova quindi ancora una volta si propone a guida di un settore che coinvolge e sfida la sanità pubblica ad operare in una direzione che guarda all’innovazione anche nella cura della persona, che potrà sicuramente avere ricadute importantissime nell’abbattimento dell’utilizzo dei farmaci e nella gestione della spesa sanitaria dedicata ad un ambito, quella del decadimento cognitivo negli anziani, che tutti gli studi indicano in forte e costante aumento.

Il convegno alla Casa Madre Teresa di Calcutta di Rubano si è concluso con la tavola rotonda “Il verde per la cura e il benessere” e la presentazione di due volumi: “Curarsi del verde”, che contiene i risultati raggiunti dal progetto VERBENA e la linee guida per la costruzione dei Giardini Terapeutici per le persone con Demenza e “Salvarsi con il verde”, di Andrea Mati, figura di riferimento nel garden design dedicato alle persone con fragilità (dalle dipendenze all’autismo, dalla sindrome di down alle demenze), in cui l’autore racconta storie di “Piante e Persone” che vicendevolmente arrivano a salvarsi. Un racconto che descrive una passione e un progetto coltivato da anni: quattro stagioni di piante e persone che in circa 300 pagine di prosa raccontano testimonianze di chi nel verde ha trovato il proprio riscatto. La collaborazione con alcune Università, centri di ricerca e aziende specializzate nel settore delle terapie non farmacologiche, ha portato Andrea Mati a progettare nuovi modelli di giardini per la riconnessione con la natura che possono diventare spazi verdi di libera fruizione a beneficio del benessere collettivo. Che porta a una consapevolezza nuova, quasi “sovversiva” per tentare di cambiare le cose. È la “rivoluzione del metro quadro vegetale” che ognuno di noi, solo camminando, si porta dietro e all’interno del quale può combattere la propria battaglia a colpi di buone azioni e di riduzione di sprechi.

Highligts foto

Il video completo del convegno

Curarsi con il verde | TG1 Rai 110623

Curarsi con il verde | TG2 Medicina 33 231123

Giardini terapeutici. Padova scrive le linee guida | 7Gold 060623

Il giardino terapeutico | TNE 020623

Giardini terapeutici a Pulsar | Telecittà 150623